Street Art Roma Quadraro - alla scoperta del progetto M.U.Ro.

Street Art Roma Quadraro

Sembra quasi blasfemia, ma vi assicuro che Roma non è solo arte antica, resti romani e arte rinascimentale.

Roma è anche street art, e ne è un esempio il quartiere Quadraro.

Il quartiere Quadraro, che si trova sulla Tuscolana in direzione Cinecittà, è stato uno dei primi quartieri a dar vita a Roma a questa forma d’arte già nel 2010 grazie ad un’idea dell’artista David “Diavù” Vecchiato, che ha creato il Progetto M.U.Ro. – Museo di Urban Art di Roma – primo progetto di museo romano di street art completamente integrato nel tessuto sociale, un vero e proprio museo a cielo aperto, in cui poter ammirare oltre 22 lavori realizzati da importanti street artist italiani e stranieri.

street art roma quadraroCosì, in vista del week end che io e Fulvio avremmo passato a Roma a inizio settembre, ho iniziato a documentarmi e ho contattato l’associazione, poiché sul loro sito avevo letto che organizzavano dei Tour guidati per il quartiere e volevo partecipare ad uno di essi.

Purtroppo in quel week end non era previsto nessun tour, ma Giorgio Silvestrelli, responsabile dei tour ufficiale, si è gentilmente offerto di incontrarci comunque per raccontarci un po’ la storia del quartiere e del progetto, e di accompagnarci per alcune delle vie del quartiere alla scoperta di alcune delle opere che sono presenti.

E’ stata una scoperta bellissima, sia perché abbiamo avuto modo di conoscere il quartiere Quadraro, che è davvero carino e a misura d’uomo (sembra davvero un piccolo paese dove tutti si conoscono), sia perché scoprire i murales con una persona come Giorgio cosi appassionata che ne spiega la storia, permette di apprezzarli meglio e capirne il significato.

street art roma quadraroPerché non si tratta solo di “disegnare” qualcosa sui muri, ma anche utilizzarli per raccontare la storia del quartiere: infatti il Quadraro, sorto alla fine del 1800, è molto conosciuto per la sua resistenza al nazifascismo durante la seconda guerra mondiale e per lo storico “rastrellamento”  dell’aprile del 1944, quando circa 1.000 uomini del quartiere furono deportati nei campi di sterminio dai nazisti. Questa storia legata alla resistenza fascista e ai rastrellamenti di quartiere è quasi onnipresente nelle opere che gli artisti hanno creato e rappresentato sui muri del Quadraro, quartiere che nel 2004 ha tra l’altro ricevuto la medaglia d’oro al merito civile per la sua resistenza al nazifascismo.

Quindi ecco alcune delle opere di street art che potrete vedere nelle vie di questo affascinante quartiere, con un pizzico di storia ad essi legata (a questo link trovate anche la mappa google delle varie opere):

street art roma quadraro

mappa delle opere di street art del Quadraro

Partendo dalla fermata della metropolitana di Porta Furba ed addentrandosi all’interno del quartiere, si hanno subito una serie di murales sul muro di sostegno alla strada Tuscolana: la prima opera è “l’arte feconda il Quadraro” di Diavù, creata nel 2010 all’inizio di tutto il progetto con l’intento proprio di “fecondare” con l’arte un intero quartiere, dando il via a questo progetto community-specific di museo di Urban Art.

In Largo dei Quintili, troviamo l’opera “The Buckingam Warrior” di Gary Baseman, artista americano molto famoso: al centro dell’opera viene raffigurato il Buckingam Warrior, un soldato a 3 teste, che ha marchiato sul petto col sangue il simbolo del quartiere Q44. Questo soldato è circondato da creature maligne con corna e denti aguzzi, dei demoni che hanno aggredito le tre figure indifese della Fides, la cui testa è rotolata per terra, Veritas e Libertas. Questi 3 valori vengono rappresentati come in pericolo, ostaggi del regime nazifascista che è dispostico e assassino. Per questo interviene il Buckingam Warrior, che in una mano tiene la testa di un suo simile a cui rivolge uno sguardo, come se quel resto di umanità fosse un monito a continuare a combattere. L’artista in quest’opera ha voluto ricordare anche suo padre, sopravvissuto alla Shoah.

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“The Buckingham Warrior” di Gary Baseman (2012) – Largo dei Quintili


Proseguendo il percorso con Giorgio, ci troviamo davanti il murale forse più famoso di tutti quelli nel quartiere: “Nido di Vespe” di Lucamaleonte, dipinto nel 2014.

Anche in quest’opera c’è un fortissimo richiamoe  legame con la storia del Quadraro ai tempi del periodo fascista: infatti le 7 enormi vespe che sono dipinte su questo muro rappresentano i 70 anni dalla data del “rastrellamento” ad opera della Gestapo e della polizia fascista effettuato nel quartiere. Questa opera simboleggia la resistenza del quartiere Quadraro durante la deportazione nazifascista, in cui gli abitanti rimasero fedeli ai lori ideali di libertà, nessuno fece mai la spia: l’opera sottolinea quindi l’orgoglio con cui i cittadini del Quadraro accolsero e conservano ancora quell’appellativo che i nazisti diedero al quartiere in segno di disprezzo“Nido di vespe” .

Il curatore del progetto, l’artista David Diavù Vecchiato, racconta perché per raccontare questa storia ha selezionato quel muro e perché la scelta di Lucamaleonte (qui l‘intervista integrale su quest’opera, che consiglio a  tutti di leggere perchè è davvero interessante):

«Perché proprio questo muro? Perché ha un significato preciso, rappresenta in senso urbanistico, ma anche storico, una porta di ingresso al Quadraro vecchio. […] L’appellattivo “nido di vespe” fu dato al quartiere in senso spregiativo dal comandante Kappler, noto responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, che pianificò e condusse al Quadraro l’infame “Operazione Balena”, la deportazione di circa mille uomini dai 16 ai 55 anni nei campi di lavoro nazisti, venduti a industriali tedeschi che li usavano come schiavi. 

Oltre alla vendetta contro potenziali partigiani e ribelli, l’intenzione criminale era colpire l’economia del Quadraro, lasciare da sole le donne coi bambini a morire di stenti.  Invece mai nome fu più azzeccato di “nido”, perché ci fu una grande collaborazione tra gli abitanti che si aiutarono, si risollevarono […]. 

Questo muro intende ora simboleggiare la resistenza di questo quartiere, insignito della medaglia al valor civile perché subì quell’infame deportazione rimanendo fedele ai suoi ideali di libertà. Nessuno fece mai la spia, piuttosto morirono nei campi di concentramento.

La formula fisica della Resistenza campeggia oggi alta sul murale di Lucamaleonte.

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“Nido di Vespe” di Lucamaleonte (2014) – via Monte del Grano

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“Nido di Vespe” di Lucamaleonte (2014) – via Monte del Grano

Proseguendo per le vie, in via dei Pisoni abbiamo ammirato anche un bellissimo murale (forse quello che mi è piaciuto di più tra quelli visti) dell’americano Beau Stanton, nel quale viene rappresentato il quartiere stesso (l’albero con le radici) e la violenza dei nazisti dell’epoca (il teschio). Anche qui la storia è rappresentata chiaramente attraverso quest’opera: un albero meraviglioso che sboccia da un teschio, imponendo sulla morte la legge della vita.

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“Quadraro nel Core” di Beau Stanton (2013) – Via dei Pisoni 69

Li vicino si può vedere anche “Baby Hulk”, opera di Ron English, considerato l’erede di Andy Warhol e uno dei massimi esponenti della Street Art: con questo murale, l’artista ha voluto rappresentare la violenza che i nazisti (rappresentati da un Mickey Mouse con la maschera antigas… non so perchè ma la mente mi ha rimandato subito al finale di Full Metal Jacket) hanno portato in questo quartiere (rappresentato dal bambino), che però reagisce e si rinforza per far fronte a questo male moderno.

Questo murale mi ha davvero lasciato a bocca aperta perchè il disegno è in 3D, ed il bambino sembra davvero uscire dal muro e prendere vita!

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“Baby Hulk” di Ron English – Io e Giorgio – via dei Pisoni 89

Sulla stessa via è presente “Grandma”, la donna nuda di Jim Avignon (luglio 2012), che richiama i quadri di Modigliani: Elvira, modella prediletta del celebre pittore, è la protagonista di un ironico remake, pensato dall’artista per il muro del bistrot Grandma

Ricoperta da fasce assomiglianti a strade, che si perdono all’infinito, esse rappresentano i lunghi percorsi che il Quadraro deve ancora percorrere prima di cancellare del tutto i problemi che lo affliggono.

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“Grandma” di Jim Avignon (2012) – Via dei Pisoni angolo via dei Corneli

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“senza titolo” di Dilkabear e Paolo Petrangeli (2014) – via dei Lentuli

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“La Fenice” di Alessandro Sardella (2013) – via dei Corneli 7

 

Se quindi capitate a Roma e avete del tempo, vi consiglio di fare un giro in questo quartiere, possibilmente con uno dei tour da loro organizzati (qui il link ai tour), per ammirare queste bellissime opere di street art!

Perchè già camminare per le vie di questo quartiere ammirando queste bellissime opere è assolutamente da fare, ma avere qualcuno come Giorgio che ti guida dandoti tantissime informazioni sulla storia sia del quadraro che delle opere, è davvero un plus che ti fa dire: cavolo, perchè non l’ho fatto prima questo giro?!?

Non ve ne pentirete!


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